Il CD del Quartetto Concentus

"...in Concerto..." ...classic, tango & swing...   

 
J. Brahms   Danza Ungherese  V

2.47

A. Glasunow  - Courante 1.49
S. Joplin  -  The Entertainer 2.46
N. Sokolow  - Mazurka 1.42
C. Debussy - Golliwogg’s Cake -Walk 2.28
G. Gershwin  -  Summertime 2.31
M. Mores  -  Cafetin de Buenos Aires 2.52
N. Kopylow  - Polka  3.01
G. Gershwin  - Blue's theme 3.42
A. Piazzolla  -  Libertango 3.05
G. Bizet  - Habanera 2.51
M. Mores  -  Cristal 2.23
S. Joplin  -  Maple leaf rag 3.11
E. Francini  -  La vi llegar 2.58
G. Gershwin  - The man I Love 3.29
A. Piazzolla  -  Adios noniño 3.59
C. Gardel  -  Por una Cabeza 2.58
J. Offenbach  -  Barcarolle 3.30
S. Barbato  -  Samba de Roda 2.11
 

 

Presentazione a cura di Aldo Mattina

    C’è un preciso filo conduttore che lega l’eterogeneo programma in cui si articola la presente registrazione: la danza o, diremo meglio, il ritmo di danza. Se, infatti, quando si parla di danza la mente va immediatamente al movimento che l’accompagna, sia esso legato a precise figurazioni ‘classiche’ sia a più o meno istintivi movimenti di origine popolare, bisogna tenere conto che il ritmo connesso alla danza ha dato vita nel corso della storia, ad un repertorio che vive in assoluta autonomia strumentale, potremo dire per il puro gusto del suono che esalta le componenti dinamiche.

    Ci si accorge, così, come il dinamismo della danza penetri nei repertori più inaspettati e nelle aree geografiche più distanti durante l’intero percorso della storia della musica. Questo CD ne è la testimonianza più diretta.

    Si parte dal più ‘classico’ dei musicisti tardoromantici, Johannes Brahms, il quale si accostò al repertorio popolare ungherese componendo ben 21 Danze ungheresi  per pianoforte a quattro mani, raccolte in quattro quaderni, in un arco temporale di quasi trent’anni (dal 1852 al 1880). In realtà si trattava di danze ispirate alla musica tzigana ed il loro successo fu tale da produrre, da allora in poi, le più svariate trascrizioni. La Danza Ungherese  V del primo libro, che qui viene presentata, è una delle più note ed è tratta da un motivo di Kéler Béla.

    E’ poi presente un gruppo di autori russi compresi fra la fine dell’Ottocento e il Novecento, i quali hanno utilizzato, sempre in autonoma forma strumentale non destinata alla danza, una Mazurka, una Courante e una Polka. La prima, in ritmo ternario, è una danza di origine polacca la cui origine risale al XVI secolo; ne è autore Nikolaj Aleksandrovic Sokolov, nativo di Pietroburgo dove studiò con  Rimskij-Korsakov ed ebbe fra i suoi allievi Dmitrij Sciostakovic.

    Più noto è forse Alexander Glazunov, suo coetaneo e concittadino, nonché allievo dello stesso Rimskij-Korsakov; è sua la  Courante, danza in realtà risalente al Rinascimento italiano (Corrente), dapprima in forma binaria poi in forma ternaria che nella versione francese addolcisce la tipica briosità originaria.

   Il terzo, e meno noto, autore russo è Alexander Kopylow (in Italia lo si ricorda, semmai, in veste di direttore d’orchestra alla guida del Bolshoi di Mosca), del quale viene presentata una Polka, celebre danza di tempo vivace, in ritmo 2/4, nata in Boemia intorno al 1830.

    Dalla Francia il Cake -Walk di Golliwogg’s una deliziosa danza di Claude Debussy inserita a conclusione della suite pianistica Children’s Corner (1908); una buffa danza sincopata di origine negro-americana che avrà una qualche influenza sul fox-trot: protagonista un bambolotto negro, brutto ma simpatico.

    Dal capolavoro teatrale di Jacques Offenbach, Les Contes d'Hoffmann (1881), è invece tratta la Barcarolle sulla cui cullante melodia in ritmo ternario vengono intonate (nell'originale cantato) le parole "Belle nuit, o nuit d'amour...".

   E, ancora dalla terra francese, la celebre habanera, cantata nella versione originale dalla protagonista Carmen dell’omonima opera di Gorge Bizet; una danza cubana d’origine spagnola in 2/4 affine al Tango.

   E proprio al Tango argentino è dedicata una parte consistente della registrazione. Sono, infatti, quattro i compositori cui si è attinto per la scelta di ben sei brani dedicati al più sensuale tra i balli sudamericani.

    Il Tango è una danza argentina tipicamente a coppie, di andamento lento in 2/4, originario, probabilmente di Cuba; introdotto in Europa intorno al 1890 ha conosciuto una grande diffusione a partire dagli anni venti. Oggi gode di un clamoroso ‘ritorno’ di fiamma.

    Cristal e Cafetin de Buenos Aires sono da ascrivere a Mariano Mores, compositore e direttore d’orchestra assai celebre in patria, autore, anche, di colonne sonore di alcuni film degli anni trenta. I puristi del tango lo accusano di aver composto musiche non propriamente ballabili perché scritti per grande orchestra.

    L’autore di La vi llegar, Enrique Francini, morto nel 1978, è stato un prodigioso violinista (oltre che direttore d’orchestra); ha fatto parte di svariati ensemble ed ha costituito anche una sua orchestra condividendone la direzione con Armando Pontier.

     Carlos Gardel è stato per gli argentini un vero e proprio mito, quasi la personificazione del “tango-canzone”; una fama, la sua, accresciuta anche dalla tragica ed immatura fine avvenuta nel 1935, a soli 44 anni di età, a causa di un incidente aereo avvenuto in un aeroporto colombiano, quando era all’apice della fama, sia come autore sia come cantante. E’ sua Por una Cabeza.

    Infine Astor Piazzolla, il musicista che ha forse dato maggior fama internazionale al tango con il suo celebre bandoneon, l’immancabile strumento dei più tipici complessi argentini. Ha impresso, fra l’altro, una svolta innovativa e modernista al tango. Adios Noniño e Libertango hanno sicuramente raggiunto un successo planetario.

    Senza allontanarci molto (geograficamente) ci accostiamo al Brasile dove incontriamo una danza come il Samba, dal vivace ritmo binario col caratteristico accompagnamento sincopato. Samba de Roda, composta da Silvio Barbato, chiude il primo atto del balletto “Terra Brasilis”.

    Questo lungo ‘viaggio’ attraverso la danza ci porta, infine, in America e ad un ritmo particolarissimo, il Ragtime. Di origine africana si impose negli Stati Uniti dalla fine del XIX secolo. Con il suo caratteristico ritmo sincopato si pone all’origine del jazz attingendo alle sorgenti dei canti popolari e del blues. Massimo esponente del genere, vero e proprio codificatore, fu il pianista e compositore texano Scott Joplin. The Entertainer e Maple leaf rag raggiunsero un particolare successo grazie al loro inserimento nella colonna sonora del film “La stangata”.

    Abbiamo citato il blues e ci viene in supporto il celebre Blue's theme di An American in Paris (Un Americano a Parigi) di Gorge Gershwin, mentre Summertime è una dolce ninna-nanna tratta dall’opera “Porgy and Bess”, curiosa combinazione di song e blues all’interno di una struttura formale come il melodramma ambientato nell’ambiente nero-americano. Pura e semplice canzone, invece, ma dall’irresistibile sound, è The man I Love, tratta dal musical “Lady, be good”.